Funzione ed essenza
Max Hazan compra motori e ci costruisce intorno le sue motociclette, praticamente da zero. Costruisce tutto quello che può: telaio, pedali, manovelle, sospensioni, tutto. Tranne le ruote, chiaramente, e il motore. Che di solito è un vecchio glorioso motore con una storia alle (e sulle) spalle, riportato a nuova vita. Il design di Hazan per le sue motociclette è essenziale e vagamente ispirato ad un’estetica che ricorda la produzione industriale anni ’20 (forse l’epoca con un’estetica visiva trasversale – dalla moda all’architettura, alla produzione industriale, più forte di altre, per quel che riguarda gli Stati Uniti), in una notevole fusione tra estetica e funzionalità. Non ci sono ammennicoli o applicazioni, sulle moto di Hazan: solo puro metallo spazzolato e tirato a lucido, legno e, talvolta, vetro, purché adatto a lavorare nella sua collocazione su un mezzo a motore. Ogni pezzo, una funzione precisa. Sono sculture con motori altamente performanti. Non possiamo sapere quanto comode sulla lunga – o forse anche media – distanza, vista l’essenzialità del design, ma di una bellezza commovente.
Attitudine artigianale
La sensibilità estetica di Hazan non è quella del designer formatosi sui banchi di prestigiose scuole di progetto industriale, né quella dell’artista prestato al mondo dei motori. È più qualcosa di legato ad una percezione istintiva e contemporaneamente una riflessione dettata dall’esperienza sulla funzione dell’oggetto, delle sue parti e dei materiali di cui è fatto. Sembra il lavoro di fino dell’artigiano che lavora alla sua postazione immerso in una sorta di flusso inconsapevole, incurante dello scorrere del tempo, alla ricerca – come gli scultori – della forma definitiva ancora incastrata nella materia grezza. È quel lento sottrare il superfluo, in una serie di movimenti guidati e costantemente corretti dallo sguardo, nel progressivo manifestarsi di una compiutezza che ha più a che fare con un sentimento di insipiegabile certezza (“è così che deve essere questo oggetto, e non potrebbe essere diverso da come lo sto realizzando”) che con una destinazione volontaria. Lo sguardo di Hazan è un collegamento tra un istinto plasmatore primordiale, in grado di materializzare creature della stessa pura bellezza che caratterizza la vita nel creato, e la necessità di estrarre la bellezza dalle cose di cui l’uomo si circonda, siano esse una scarpa, una sedia o una motocicletta.
Foto a profusione sul sito di Max Hazan: hazanmotorworks.com
C’è una sua intervista su Youtube in cui racconta come ha iniziato (su Youtube c’è anche altro): Interview with Max Hazan