Arrivano i computer
Alla fine del XX secolo, con l’avvento dei computer e la digitalizzazione della tipografia, le basi della progettazione grafica cambiarono. Per tutta la sua storia, la tipografia era stata un’attività fisica, inizialmente basata sulla disposizione dei caratteri tipografici in metallo per la stampa tipografica; e dopo il 1960, sulla preparazione di artwork pronti per la fotoincisione destinata alla stampa litografica offset. Con l’informatizzazione, il processo di progettazione è stato smaterializzato in forma elettronica e la progettazione grafica è stata radicalmente modificata.
Lavorare con i computer ha eliminato molte delle attività che in precedenza erano una parte essenziale del lavoro del progettista grafico, in particolare i processi manuali che impiegavano i materiali fisici della creazione. Allo stesso tempo, i computer aumentavano la portata del lavoro e la velocità con cui poteva essere prodotto.
I software di desktop publishing hanno portato i mezzi di produzione in studio, rendendo più facile per i progettisti continuare a lavorare in piccoli gruppi ed evitare la necessità di una costante espansione. Le definizioni di lavoro tradizionali sono state messe in discussione e il multi-tasking flessibile si è diffuso quando i computer hanno offuscato le distinzioni tra studio e ufficio e tra ufficio e casa.
Il computer Apple Macintosh, il più riuscito tra i microcomputer, fu introdotto nel 1984. Il suo sistema funzionava secondo il principio di finestre, icona, mouse e menu a discesa (WIMP). Fin dall’inizio il software dei ”Mac” era orientato verso i progettisti. Tuttavia, mentre la tecnologia informatica ha comportato un cambiamento sostanziale, sarebbe fuorviante suggerire che i computer da soli hanno determinato la natura dei cambiamenti nella progettazione dopo il 1980. In effetti molte delle idee stilistiche caratteristiche erano state sviluppate prima della loro ampia introduzione in forma elettronica, rendendo chiaro che idee più ampie di cultura, filosofia, moda e “stile” erano altrettanto importanti per la progettazione grafica.
Il design entra nell’immaginario collettivo
“Design” divenne una parola chiave alla fine del XX secolo e “designer” fu usato come prefisso per una vasta gamma di beni e attività culturali. La progettazione grafica ha beneficiato di questa maggiore esposizione. Un più alto tasso di cambiamento del design è stato introdotto nelle riviste, in particolare la stampa dedicata alla moda, le tendenze e lo stile, che dipendeva dall’accortezza visiva dei suoi lettori per raccogliere riferimenti a movimenti di design precedenti e apprezzare i linguaggi grafici più sfumati.
Man mano che le multinazionali sviluppavano un’identità globale, i consumatori diventavano consapevoli del potere del marchio manifestato in forma grafica. Designer come Tibor Kalman e Adbusters hanno affrontato gli interrogativi posti da alcuni autori nei propri studi culturali, al fine di portare alla luce le strategie aziendali di persuasione e controllo dei media. Molti altri designer hanno espresso la loro riluttanza a diventare ancelle delle multinazionali.
Immersione totale nel digitale: i rivoluzionari
L’aumento della diffusione dei computer ha amplificato la consapevolezza del design grafico tra il grande pubblico, offrendo la possibilità di selezionare caratteri tipografici e di organizzare testi e immagini a casa propria. I confini tra design professionale e dilettantistico sono diventati più confusi. Molti progettisti inizialmente si mostrarono poco convinti delle possibilità offerte dai computer alla tipografia e alla progettazione grafica. Tra le prime eccezioni, tuttavia, ci furono Zuzana Licko e Rudy VanderLans, che formarono il gruppo Emigre in California nel 1982. Scelsero di non imitare la qualità delle tecnologie precedenti. Autodefinendosi Nuovi Primitivi, furono attratti dalla ruvidezza iniziale delle forme dei caratteri derivate dal computer. I progetti di Emigre hanno esplorato e raccolto le tante possibilità della digitalizzazione.
Dall’inizio degli anni ’80 il gruppo ha pubblicato una rivista di rilevanza internazionale nel dibattito sulla progettazione grafica nell’era digitale, ha gestito una “fonderia” digitale che ha reso disponibili nuovi caratteri tipografici a livello globale e ha anche gestito uno studio di registrazione.
I computer hanno permesso che i confini tra stampa, film e televisione fossero esplorati e ulteriormente abbattuti. Inoltre, Internet ha incoraggiato l’editoria online e i grafici si sono trovati spesso coinvolti sia nel web design che nella progettazione di supporti di stampa, come indicano gli esempi di Why Not Associates, Jonathan Barnbrook, Neville Brody e David Carson. La domanda che si ponevano era se la metafora della scrivania fosse ancora appropriata o se analoghe forme di organizzazione spaziale, tratte dai campi dell’architettura o della cartografia, offrissero maggiori possibilità.
Riconoscimento del contributo femminile
Un crescente interesse nel rapporto tra tecnologia e società ha sfidato non solo l’idea che la tecnologia guidi il cambiamento culturale, ma ha anche modificato il presupposto che la tecnologia informatica operi in un contesto esclusivamente maschile. Gli esempi di Muriel Cooper presso il Media Laboratory presso il Massachusetts Institute of Technology e April Greiman presso il California Institute of Arts hanno ampiamente contribuito a dissipare questa idea.
Alla fine del ventesimo secolo c’erano indubbiamente più donne coinvolte nella pratica della progettazione grafica. Il lavoro di April Greiman, Sheila Levrant de Bretteville, Eiko lshioka ed Ellen Lupton ha indicato i diversi modi in cui le donne hanno interpretato l’attività del graphic designer e ne hanno modellato l’identità mutevole – attraverso mostre e scrittura, design site-specific, direzione artistica e applicazioni multimediali. Tale lavoro ha contribuito a una ridefinizione di categoria in cui i grafici hanno assunto sempre più la responsabilità delle loro attività professionali. Tutto ciò ha contribuito a dare un nuovo significato sociale alla grafica mentre la preparava per il secolo a venire.
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Li trovi a questi link:
3. La nuova sperimentazione progettuale ed artistica (1918 – anni ’30)